Italia
Itinerario in bus
Nel cuore dell’Umbria più autentica, un suggestivo insolito e inconsueto percorso tra i suoi paesaggi, custodi di un patrimonio inestimabile di borghi tra i più belli d’Italia.
Il piacere dell’armonia che lega spazi di verde e piccoli luoghi e centri d’arte saldati da un tratto magico di continuità. Scoprire una fitta trama di luoghi d’arte, di storia, di cultura di grande suggestione in un territorio di castelli, borghi, rocche, fortilizi che conservano intatto nel tempo il loro aspetto. Una ricchezza inestimabile, protagonista di vicende storiche, un immenso patrimonio artistico e architettonico.
Ticino – Umbertide – Montone – Castello di Civitella Ranieri – Assisi
Partenza il mattino, via autostrada, per l’Umbria raggiungendo Umbertide per il pranzo.
Visita alla Rocca che si trova nel centro storico dove spicca il poderoso mastio della fortezza medievale progettata nel 1374 da Angeluccio di Ceccolo detto Il Trucascio e completata nel 1389, sotto la guida di Alberto Guidalotti. La costruzione è formata da un’imponente torre quadrata alta più di 30 metri e da altri tre torrioni merlati più bassi. Nella parte inferiore è provvista di spesse mura ed un tempo da porte dotate di ponti levatoi.
Di seguito si raggiunge Montone, con il suo immutato borgo medioevale e profondamente legata alle vicende della famiglia Fortebraccio, che aveva la signoria del territorio. Nel 1368 nacque a Montone il più famoso dei Fortebraccio: Andrea detto poi Braccio da Montone, che divenne uno dei più celebri capitani di ventura. Dopo la sua morte e dopo alterne vicende, Montone fu sottoposta al dominio della Chiesa.
Ulteriore sosta alla Rocca d’Aries che ha subito nel tempo le vicende storiche di Montone, assumendo nei secoli una funzione difensiva e residenziale, ma dal cinquecento si è resa indipendente dalla cittadina umbra. Proseguimento per Castello di Civitella Ranieri, che si trova vicino a Umbertide, in posizione panoramica sulla valle dell’Assino. Il castello prende il nome dalla cittadella che Umberto, il figlio di Raniero, fratello del duca Guglielmo di Monferrato, fece costruire in quel luogo nel 1078.
Cena e pernottamento ad Assisi.
Escursione a Tordandrea, Tordibetto, Sterpeto, Rocca Sant’Angelo e San Gregorio
Trattamento: pensione completa.
Partenza per l’escursione dell’intera giornata nei dintorni di Assisi, alla volta di Tordandrea per la visita che, come per altri luoghi dell’assisano si hanno notizie dell’antica presenza romana, ma le prime testimonianze sulla turris di Andrea di Paolo dell’Abbate risalgono al XIII secolo. Verso la metà del 1400 il corpo del paese venne “incastellato”, ovvero racchiuso entro delle mura di protezione. Dal 1443 al 1600 Tordandrea cade sotto il dominio dei Baglioni. Con la Signoria dei Baglioni Tordandrea viene dotata di uno statuto speciale (la Riformanza, del 1534), che regola aspetti legislativi e giuridici e infine venne ceduto il paese nel 1619 ad Assisi. Quindi a Tordibetto per la visita del castello, originariamente questo castello era una semplice torre di cui era proprietario Betto Menneci e che fu costruita per l’immagazzinamento del frumento. Nel quattordicesimo secolo la torre subì ampliamenti tutt’intorno, fino a trasformarsi via via in un castello vero e proprio. Nel secolo successivo, intorno al 1450, la struttura venne ulteriormente modificata nella forma ancor oggi esistente. Attualmente sono ancora riconoscibili il fossato, il ponte levatoio e le mura di cinta. A ciascuno dei quattro angoli del castello vi sono delle massicce torri che consentono una visione panoramica su tutta la valle sottostante l’abitato di Tordibetto.. Sterpeto, che secondo documenti d’epoca, questo borgo fu murato solo in epoca successiva alla nascita del nucleo abitato. Esisteva in origine una villa, probabilmente di proprietà di un signore del luogo che aveva alle dipendenze i contadini del paese. Osservando la muratura, si nota infatti come essa abbia una ben definita funzione di collegamento fra quella preesistente ed i contrafforti di sostegno. Costruito con pietra arenaria e ciottoli prelevati dal Chiascio, corso d’acqua che scorre nelle vicinanze, il castello possiede due portali d’ingresso. Quello più antico dispone di un arco a tutto sesto, intorno al quale vi sono dei conci d’arenaria, e sopra una piccola torre. Entrandovi si segue un percorso a U che termina in una piazzetta. La seconda porta d’accesso al castello, molto più grande della prima, presenta un arco in arenaria e, al centro dello spazio della “corte”, vi è un pozzo. Alcuni interventi di “ammodernamento” del castello furono eseguiti nel periodo rinascimentale nella zona signorile, costruita intorno alla torre colombaia. Alla datazione di questi interventi si può risalire grazie ad alcuni stemmi che rimandano al conte Guido Fiumi (1462) e a suo figlio Alessandro, vissuto tra la fine del quattordicesimo secolo e l’inizio del successivo. Nel diciassettesimo secolo, in quest’area corrispondente all’antico nucleo del castello vengono aggiunti nuovi spazi abitativi per consentire a tutti i discendenti del conte di poter risiedere stabilmente. Poche tracce di cinta sono tuttora visibili percorrendo la parte esterna del perimetro castellare. Alcuni studiosi ritengono che ciò avvalori la tesi dell’esistenza di un anulare murario ancora più esterno, inglobante anche la chiesa e la piazza che la ospita. Uno dei periodi più difficili per il castello di Sterpeto fu quello fra il 1438 ed il 1443. Il castello si trovò al centro di cruente lotte fra i partigiani papali e gli sforzeschi milanesi. Questi ultimi, dopo avere giurato fedeltà al papa, nel giugno 1438 occuparono Assisi provocando la reazione del condottiero perugino Niccolò Piccinino, assoldato dal pontefice Eugenio IV per rientrare in possesso delle terre occupate dagli Sforza. In pochi mesi il borgo subì devastazioni e furti, fino a quando intervenne Piccinino a occupare l’area e consegnarla allo stipendiato napoletano Antonello Della Torre. Questi, però, dopo poche settimane, venne condannato a morte per avere cospirato in segreto con gli Sforza durante i combattimenti.
Infine il borgo di San Gregorio, in cui si cita la presenza di San Gregorio risalente al 1114. Nel 1232 la fortificazione risulta essere abitata da 150 persone. In questo e negli anni successivi San Gregorio viene dotato di una cinta muraria con scopo di difesa, viene scavato un fossato attorno alle mura ed il portale d’ingresso viene munito di un ponte levatoio. Quello di San Gregorio, come alcuni altri nell’area, è un borgo fortificato che ha vissuto dure contese fra Perugia e Assisi, le quali si sono alternate la proprietà nel corso dei secoli, infatti negli anni 1320 e 1383 San Gregorio apparteneva a Perugia. Un’ultima fortificazione aggiuntiva del castello risale al 1479, ed è quella ancor oggi visibile realizzata in arenaria, cotto e ciottoli. La porta d’accesso al borgo è di forma ogivale, sovrastata da un torrione con caditoie che conserva tuttora le calatoie del ponte levatoio.
Pernottamento ad Assisi.
Assisi – Castel Ritaldi – Pissignano – Narni
Trattamento: pensione completa.
Partenza per Castel Ritaldi, situato nella parte centro-meridionale dell’Umbria, Castel Ritaldi è un piccolo borgo adagiato in cima alla collina di Scigliano, ai piedi dei Monti Martani. Collocato lungo la strada che da Spoleto conduce a Montefalco, domina un territorio in gran parte agricolo con boschi e suggestivi declivi collinari tappezzati da uliveti e vigneti ed attraversati da una rete di stradine. Sorto probabilmente come pagus romano, lungo il percorso che da Spoleto porta a Montefalco, Castel Ritaldi prende il nome dallo splendido castello dei Ritaldi. Qui nel secolo XI normalmente risiedeva un visconte con poteri amministrativi sul territorio che comprendeva numerosi castelli di cui alcuni tuttora abitati e altri parzialmente in rovina. Insieme a Colle del Marchese faceva parte di un territorio denominato “Normandia”, piccola provincia autonoma all’interno dei territori della Chiesa. Verso la fine del XII secolo il Castello fu distrutto a causa delle guerre che videro contrapposti il poter imperiale a quello papale, ma agli inizi del duecento era interamente ricostruito. Nella seconda metà del XIV sec, il Castello si munì di forti mura, quelle che ancora restano quasi intatte, con le torri esterne, le feritoie e le buche da bombarda. Dopo il XIV secolo, all’interno degli alti bastioni si consolidò il paesino con le sue strette vie. Fino al Settecento Castel Ritaldi e il suo territorio gravitano nell’orbita dell’egemonia spoletina. Risale a questo periodo l’impulso alla coltivazione dell’olivo. Nel 1816 raggiunge una propria autonomia in virtù dei provvedimenti amministrativi voluti da Pio VII, Colle del Marchese è integrato e Castel San Giovanni viene “appodiato” fino all’annessione al Regno d’Italia. Si prosegue per Pissignano per la sosta allo straordinario castello di pendio innalzato in età alto-medievale sul colle chiamato fin dall’epoca romana “monte Revaglioso”: luogo cioè che risana, rivaluta lo spirito. In cima sono ancora visibili i resti della Torre di avvistamento fatta costruire da Silla nel II° secolo a.C. Alla caduta dell’impero romano venne innalzato un muro che tagliava tutta la collina, partendo dalla torre fino alla strada sottostante, per definire i turbolenti confini con Trevi.
Infine si raggiunge Narni, cittadina affacciata sulla splendida valle del Nera, coronata da un’altra delle bellissime roccaforti del cardinale Albornoz. L’aspetto medievale del paese ci regala uno dei paesaggi urbani più belli dell’Umbria; le origini tuttavia sono ben più antiche. I ritrovamenti di alcune grotte dimostrano come la zona fu abitata già nel Paleolitico. La città conobbe prosperità nel 299 a.C. quando divenne colonia Romana; Narni divenne un punto strategico lungo l’antica via Flaminia assumendo una certa importanza nel corso delle guerre puniche, inoltre diede i natali nel 30 d.C. a Nerva, ultimo italico tra gli imperatori romani. Dopo il 476 d.C. con la caduta dell’impero romano d’occidente, Narni divenne conquista di Goti e Longobardi per essere annessa nel 741 d.C. allo Stato della Chiesa. Dopo la ribellione a papa Pasquale II ed in seguito a Federico Barbarossa la città inizia la sua radicale trasformazione in centro medievale: la Platea Major sostituisce il foro romano, si costruiscono i grandi edifici civili e religiosi come il Palazzo del Podestà, il Palazzo dei Priori, la Cattedrale di San Giovenale e le chiese. Nel XIV secolo Narni torna a far parte dei territori controllati dal papato. Questa perdita di autonomia fu terreno fertile per l’arrivo dei lanzichenecchi e la comparsa della peste: la città subì ingenti perdite umane.
Narni fu ricostruita per volontà di Papa Clemente VII nel 1529 dimostrando ancora la forte presenza del papato su questi territori tanto che nella metà del seicento venne istituito il Tribunale del S. Uffizio nei sotterranei del convento domenicano di S. Maria Maggiore.
Con la grande “rivoluzione” risorgimentale l’Umbria viene annessa all’Italia ed il papato perderà il suo dominio.
Pernottamento a Narni.
Escursione ad Alviano, Ficulle, Castello della Sala, Fabro e Paciano
Trattamento: pensione completa.
Partenza per l’antico borgo medievale di Alviano che raggiunse il suo massimo splendore tra il 1400 e il 1500 con Bartolomeo di Alviano, condottiero di origine umbra, che fu conosciuto in tutta Europa, sia per le sue imprese di guerra come Capitano di Ventura, sia per i rapporti con le più potenti famiglie dell’epoca. A lui si deve la ricostruzione e l’ampliamento dell’antico castello costruito intorno all’anno 1000 dal Conte Offredo. Nel 1654, all’estinzione della famiglia Alviano, la Rocca fu acquistata da Donna Olimpia Pamphilj Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X. Nel 1920 venne donata al Comune dai discendenti dei Doria Pamphilj. Elegante e imponente è il Castello di Alviano che sovrasta tutta la valle del Tevere. Ricostruito nel XVI secolo su un fortilizio preesistente, ha una struttura a pianta quadrata, con torri agli angoli. All’interno un bel cortile rinascimentale con doppio loggiato, su cui affacciano numerosi ambienti di pregio. Tra questi la cappella che contiene una serie di affreschi del ‘600 che possono essere considerati come una sorta di memoria visiva della storia di Alviano. Nella cappella è raffigurato infatti il miracolo di San Francesco e le rondini, avvenuto nel 1212 proprio ad Alviano. Proseguimento dell’escursione per Ficulle, il suo aspetto attuale del centro storico è quello tipico del borgo medioevale, epoca in cui il tessuto urbanistico si sviluppò in un fitto intrecciarsi di viuzze, vicoli e piccole piazze. Sosta al castello dei Conti Bonavicini (X-XI secolo), del quale sono visibili i resti delle mura merlate e due torri, una cilindrica, posta a difesa della porta del Sole, e l’altra semicircolare. Interessanti la chiesa di Santa Maria Vecchia, con portale gotico e alcuni importanti affreschi della seconda metà del Quattrocento, e, al centro del paese, la chiesa di Santa Maria Nuova in stile tardo rinascimentale (1606), con pianta a tre navate e un notevole coro ligneo posto dietro l’altare maggiore. Passeggiando per le vie cittadine da vedere anche la chiesa di San Sebastiano con affreschi del XV secolo e la chiesa di Santa Vittoria. Infine visita al Castello della Sala di proprietà della famiglia Antinori oggi nota in Italia e nel mondo per la produzione del vino di alta qualità. Si tratta di una delle più belle fortezze medievali di tutta Italia. Sorge su un promontorio tufaceo ed è circondata da antiche cittadine etrusche collinari a metà strada tra il fiume Peglia e la vetta del Monte Nibbio. Nel pomeriggio si giunge a Fabro, il borgo di Fabro è caratterizzato dal Castello, sorto intorno all’anno 1000 su una preesistente fortezza romana posta a guardia di un importante guado della Chiana.
Nel XV secolo subì una profonda ristrutturazione su disegno di Antonio da Sangallo grazie alla quale fu dotato del torrione e delle mura tuttora esistenti. Il centro abitato si è sviluppato in quota sulla cresta collinare a partire dal 1500 lungo l’asse che andava dal Castello alla chiesa quattrocentesca di San Basilio. Al centro del paese si trova l’ottocentesco Palazzo Comunale, attribuito al Calderini, completamente ristrutturato nel 1985. Infine Paciano, il borgo medioevale sulle colline del Trasimeno, anch’esso inserito nell’elenco dei “ I Borghi più Belli d’Italia “, grazie al suo bellissimo centro storico di origine medievale.
Paciano ha infatti mantenuta per la maggior parte intatta la sua antica struttura urbana, con tre strade parallele collegate da vicoli ortogonali.
Proseguimento dell’escursione per Ficulle, il suo aspetto attuale del centro storico è quello tipico del borgo medioevale, epoca in cui il tessuto urbanistico si sviluppò in un fitto intrecciarsi di viuzze, vicoli e piccole piazze. Sosta al castello dei Conti Bonavicini (X-XI secolo), del quale sono visibili i resti delle mura merlate e due torri, una cilindrica, posta a difesa della porta del Sole, e l’altra semicircolare. Interessanti la chiesa di Santa Maria Vecchia, con portale gotico e alcuni importanti affreschi della seconda metà del Quattrocento, e, al centro del paese, la chiesa di Santa Maria Nuova in stile tardo rinascimentale (1606), con pianta a tre navate e un notevole coro ligneo posto dietro l’altare maggiore. Passeggiando per le vie cittadine da vedere anche la chiesa di San Sebastiano con affreschi del XV secolo e la chiesa di Santa Vittoria. Infine visita al Castello della Sala di proprietà della famiglia Antinori oggi nota in Italia e nel mondo per la produzione del vino di alta qualità. Si tratta di una delle più belle fortezze medievali di tutta Italia. Sorge su un promontorio tufaceo ed è circondata da antiche cittadine etrusche collinari a metà strada tra il fiume Peglia e la vetta del Monte Nibbio. Nel pomeriggio si giunge a Fabro, il borgo di Fabro è caratterizzato dal Castello, sorto intorno all’anno 1000 su una preesistente fortezza romana posta a guardia di un importante guado della Chiana. Nel XV secolo subì una profonda ristrutturazione su disegno di Antonio da Sangallo grazie alla quale fu dotato del torrione e delle mura tuttora esistenti. Il centro abitato si è sviluppato in quota sulla cresta collinare a partire dal 1500 lungo l’asse che andava dal Castello alla chiesa quattrocentesca di San Basilio. Al centro del paese si trova l’ottocentesco Palazzo Comunale, attribuito al Calderini, completamente ristrutturato nel 1985. Infine Paciano, il borgo medioevale sulle colline del Trasimeno, anch’esso inserito nell’elenco dei “ I Borghi più Belli d’Italia “, grazie al suo bellissimo centro storico di origine medievale.
Paciano ha infatti mantenuta per la maggior parte intatta la sua antica struttura urbana, con tre strade parallele collegate da vicoli ortogonali.
Pernottamento a Narni.
Narni – Firenze – Ticino
Prima colazione.
In mattinata partenza da Narni in direzione di Firenze giungendo per il pranzo.
Nel pomeriggio ripresa del viaggio di rientro in Ticino giungendo in serata.
Quota individuale di partecipazione:
Fr. 1.150.-
(Partenze garantite solo con minimo/massimo di 15/20 partecipanti)
Supplementi:
Supplemento camera singola: Fr. 140.-
Ass. obbligatoria annullamento viaggio: Fr. 60.-
(valida solo in caso di annullamento prima della partenza)
La quota comprende:
Viaggio in pullman gran turismo.
Accomodamento alberghiero in categoria 3 stelle superior.
Trattamento di pensione completa come indicato nel programma.
Visite ed escursioni come da programma.
Guida locale per le visite indicate in programma.
Accompagnatore/trice per tutta la durata del viaggio.
La quota non comprende:
Mance, bevande, ingressi e tutto quanto non indicato sotto la voce “ La quota comprende”.